🌱 Basta bugie verdi: l’Europa dice stop al greenwashing

In questi giorni è passata quasi in sordina una notizia che, per chi lavora davvero nel mondo della sostenibilità, è una piccola rivoluzione: il Parlamento Europeo ha approvato il regolamento contro il greenwashing.

Cosa significa?
Che presto non si potranno più scrivere frasi vaghe come “eco-friendly”, “sostenibile” o “rispettoso dell’ambiente” senza prove concrete. Non basterà più un packaging verde o un logo con la fogliolina: serviranno dati, tracciabilità, verifiche. Chi mente, rischia sanzioni pesanti.

È una notizia enorme.
Perché mette fine a un far west comunicativo che ha confuso per anni le persone, e soprattutto ha penalizzato chi – come noi – la sostenibilità la fa davvero, a mano, ogni giorno.

💬 La sostenibilità non è un’etichetta. È una scelta quotidiana.

Nel nostro laboratorio non troverete plastica lucida, né sedie prodotte in serie da un algoritmo.
Troverete il rumore della carta che prende forma. Il legno recuperato che torna a vivere. Il tempo dedicato alle mani, non ai numeri.

Da anni denunciamo l’uso abusato della parola “sostenibile”. E ora, forse, qualcosa si muove.
Finalmente si potrà distinguere chi usa la parola come specchietto per le allodole, e chi la usa come promessa da mantenere.

🔍 Cosa cambierà, concretamente?

  • Vietato usare slogan ambientali generici se non verificabili.

  • Addio ai “bollini verdi” inventati da aziende stesse: serviranno certificazioni ufficiali e indipendenti.

  • Vietate le dichiarazioni fuorvianti del tipo: “100% biodegradabile” se non lo è davvero.

  • Le aziende avranno 10 giorni per fornire prove a richiesta, o scatteranno le multe.

🛠 E ora?

Ora tocca a noi piccoli, artigiani, creativi, produttori indipendenti, essere ancora più fieri del nostro lavoro. Perché questo regolamento non ci spaventa. Anzi, ci riconosce.
Noi non dobbiamo cambiare linguaggio: dobbiamo solo continuare ad essere chi siamo.